La teoria:
Con il lancio (in versione beta) del profilo adattivo di Adobe in Camera Raw, Adobe continua a innovare il mondo dell’editing fotografico. Questo nuovo profilo utilizza l’intelligenza artificiale per regolare automaticamente toni e colori in base al contenuto di ciascuna immagine. Progettato per ottimizzare le regolazioni di luci, ombre e colori, offre una soluzione che riduce il lavoro manuale degli utenti e migliora l’esperienza di editing, sia per fotografi amatoriali che professionisti.
Cosa sono i profili adattivi di Adobe?
A differenza dei profili colore tradizionali, che applicano regolazioni statiche, i profili adattivi di Adobe utilizzano un modello di AI per adattare dinamicamente l’aspetto di una foto in base alle sue caratteristiche uniche. Dopo un addestramento su una vasta gamma di immagini, l’AI può prendere decisioni informate per regolare toni, colori e contrasto.
La correzione tramite PGTM (Pre-Tone Curve Matrix) e RGBT (RGB Tone Curve) nei profili adattivi di Adobe è un processo che gestisce la trasformazione del colore e dei toni dell’immagine in modo mirato e adattivo.
1. PGTM: Agisce prima dell’applicazione della curva tonale, influenzando la saturazione e la tonalità dei colori base per ottimizzare il bilanciamento cromatico. Questa matrice trasforma i colori grezzi della fotocamera in modo da prepararli per le regolazioni successive.
2. RGBT: Definisce la curva tonale per ciascun canale di colore (rosso, verde e blu), regolando contrasto, luci e ombre. L’applicazione della curva RGB permette di ottimizzare la resa dell’immagine in base alle sue caratteristiche uniche, aumentando la profondità tonale e preservando i dettagli nelle aree chiare e scure.
Insieme, questi due strumenti assicurano una regolazione precisa dei toni e dei colori, garantendo che il profilo adattivo possa migliorare l’immagine in modo intelligente e dinamico, adattandosi al contenuto e alle caratteristiche dell’immagine.
Caratteristiche principali e vantaggi
1. Regolazioni automatiche con l’AI: L’AI di Adobe permette al profilo di “imparare” dai dati raccolti, adattandosi a vari scenari di scatto: ritratti, paesaggi, azione, e still life. Ogni immagine viene ottimizzata automaticamente senza bisogno di interventi manuali.
2. Semplificazione del flusso di lavoro: I profili adattivi si applicano all’inizio del processo di editing, offrendo un miglioramento immediato. Questo elimina gran parte delle regolazioni manuali necessarie per bilanciare contrasto e precisione cromatica.
3. Mantenimento dell’intento artistico: Sebbene basato su machine learning, il profilo adattivo permette ai fotografi di mantenere il controllo creativo. Le regolazioni automatiche agiscono come base su cui gli utenti possono intervenire per personalizzare ulteriormente l’immagine.
4. Compatibilità con i dispositivi: I profili adattivi sono ottimizzati sia per display SDR che HDR, garantendo una resa cromatica coerente indipendentemente dal dispositivo su cui viene visualizzata l’immagine. Questo è cruciale per i professionisti che devono assicurare coerenza visiva tra più supporti.
5. Ampia compatibilità con i generi fotografici: Che si tratti di scene ad alto contrasto, toni della pelle delicati nei ritratti o illuminazione complessa in scatti commerciali, il profilo adattivo si adatta automaticamente alle esigenze del fotografo.
In pratica:
Nonostante i vantaggi potenziali, i profili adattivi di Adobe non sono esenti da limiti. Sebbene il profilo funzioni bene in alcuni contesti, non sempre soddisfa le esigenze di color grading preciso o di correzioni tonali complesse. Inoltre, la sua efficacia risulta limitata in applicazioni, come la riproduzione di opere d’arte o la fotografia tecnica in studio, dove il rispetto di specifici standard cromatici (come FADGI o Metamorfoze) è fondamentale.
Sono state inoltre riscontrate incoerenze quando si lavorano immagini che richiedono regolazioni estreme della gamma dinamica o dettagli fini del colore. Sebbene le regolazioni automatiche guidate dall’AI offrano un vantaggio significativo in termini di risparmio di tempo, è ancora preferibile il controllo manuale che i metodi tradizionali forniscono.
Considerazioni sui risultati e sulle problematiche
Il concetto dei profili adattivi è certamente promettente, ma i risultati attuali mostrano varie complessità. Il profilo tende ad appiattire le immagini, privandole di profondità e struttura, rendendolo inadatto per immagini high-key, low-key, still life di prodotto, o ritratti in studio e in location dove i volumi e la tridimensionalità sono essenziali. La mancanza di una mappatura della profondità limita le capacità di correzione, con errori evidenti in immagini con illuminazione complessa come paesaggi innevati o ritratti con toni pastello.
Un’altra grande limitazione è l’impossibilità di selezionare una LUT 3D all’interno del profilo, riducendo così la flessibilità di correzione del colore. Inoltre, il fatto che il profilo si basi solo sul profilo colore Adobe Standard comporta una gestione del colore incompleta, soprattutto nei rossi e nei blu.
Il futuro dei profili adattivi
Con il continuo sviluppo dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di machine learning, i profili adattivi di Adobe hanno il potenziale per diventare uno strumento indispensabile per i fotografi che desiderano velocizzare il flusso di lavoro senza compromettere la qualità. Tuttavia, per soddisfare le esigenze dei professionisti, è necessario offrire maggiore personalizzazione e precisione.
In futuro, sarebbe utile che Adobe introducesse una funzionalità che permetta ai fotografi di addestrare l’AI sui propri file, in modo da ottenere risultati più personalizzati e pertinenti. Inoltre, l’integrazione di LUT 3D personalizzate e la possibilità di mantenere deviazioni specifiche nel color grading renderebbero i profili adattivi un’opzione più valida per chi lavora con esigenze cromatiche avanzate.
In conclusione, i profili adattivi di Adobe rappresentano un’evoluzione importante, ma attualmente, nella loro forma beta, sono più adatti a un pubblico amatoriale o per usi meno complessi. Con ulteriori sviluppi e personalizzazioni, potrebbero diventare uno strumento fondamentale anche per i fotografi professionisti, garantendo al contempo efficienza e qualità.
A volte un’immagine vale più di mille parole. A sinistra, una fotografia scattata in un ambiente con evidenti complessità di illuminazione, sviluppata con il profilo Adobe Color; a destra, la stessa immagine, ma con il profilo TheSpack. Per questo confronto sono stati utilizzati profili di seconda generazione, ottimizzati nel 2021, quindi ancora lontani dai progressi successivi. Questa immagine è particolarmente critica a causa di una sfumatura in saturazione, che, se non correttamente normalizzata, genera irregolarità. Spesso, il risultato ottenuto con il profilo Adobe porta a un giudizio negativo sulla qualità del file e della fotocamera stessa. Pur utilizzando una curva tonale simile per il contrasto, il profilo TheSpack ha prodotto un risultato nettamente superiore. Si nota una maggiore coerenza cromatica, estensione del dettaglio e leggibilità in tutte le aree dell’immagine. I disturbi e la granulosità, evidenti con Adobe, sono stati ridotti grazie alla struttura del profilo TheSpack, progettato per bilanciare correttamente i canali in uscita. Questo limite nei profili Adobe spesso causa un calo di qualità che viene erroneamente attribuito al mezzo tecnico. Il miglior dettaglio, la resa tonale superiore e l’assenza di irregolarità non sono il risultato di correzioni post-produzione, ma di un profilo colore studiato e sviluppato accuratamente.
Siamo spesso abituati a guardare l’insieme di un’immagine, perdendo di vista il dettaglio che la definisce. Questa riflessione, di per sé, potrebbe sembrare fuori luogo, considerando che la fotografia si basa sulla percezione visiva, sull’impatto che un soggetto, la luce, l’interpretazione e le dinamiche di una scena ci trasmettono. Sarebbe quindi naturale non concentrarsi sui dettagli. Eppure, qui nasce un grande paradosso: investiamo in lenti costose, glorificando la loro resa. Cerchiamo di correggere le aberrazioni, inseguire la risoluzione, applicare texture e maschere di contrasto per enfatizzare i dettagli, eppure ci dimentichiamo spesso di un elemento fondamentale: il profilo colore, che può distruggere tutto questo lavoro. Guardando ora il dettaglio ingrandito di una fotografia sviluppata con il profilo colore Adobe Color e la stessa immagine con TheSpack. La scelta di come intervenire su un profilo colore, quali parametri considerare e come ottimizzare la resa di un sensore porta inevitabilmente a conseguenze che impattano sulla qualità finale dell’immagine. Questo può addirittura vanificare il lavoro di ingegneri e progettisti che hanno creato ottiche di altissima qualità. Nell’immagine sviluppata con il profilo Adobe Color, la luce di un neon si disperde, lasciando un evidente alone attorno alla sorgente luminosa. Questo fenomeno riduce la consistenza nelle alte luci, compromettendo la texture e il dettaglio, e alterando la qualità complessiva della foto. Un piccolo difetto che, tuttavia, incide pesantemente sulla resa delle lenti e si manifesta su tutta l’immagine, indipendentemente dalle condizioni di illuminazione. Ovviamente, questa considerazione nasce dal fatto che un profilo colore può essere generato tenendo conto di differenti parametri, inclusi quelli che determinano lo scostamento di tonalità e saturazione al variare della luminosità. Per questo motivo, abbiamo scelto di suddividere il nostro sistema in modo da renderlo efficace in una vasta gamma di situazioni. Abbiamo implementato soluzioni specifiche per ogni singola fotocamera, così da ottenere risultati ineccepibili, indipendentemente dalle condizioni di ripresa. Questo approccio ci permette di garantire una resa cromatica coerente e precisa, riducendo al minimo le deviazioni che possono compromettere la qualità dell’immagine.